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"Francesco Crispi"

Costruire lo Stato per dare forma alla
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Esercizi concentrazione.

LA CONCENTRAZIONE

(M.Scaligero: Manuale pratico della meditazione)

 

Essa è l’esercizio chiave della disciplina: il veicolo dell’illuminazione e della liberazione.

Consiste nel roccogliere il flusso del pensiero in un unico punto,così da conseguire una sintesi dinamica. Esso ripristina l’equilibrio Spirito-anima-corpo,quindi la salute corporea.

Il pensiero,originariamente è un potere di sintesi,ma a tale livello non conosce il suo contenuto, perché non è cosciente di sè; lo diviene volgendosi al sensibile: assumendo come proprio contenuto quale eco o immagine riflessa il cozzare con il mondo sensibile.

L’esercizio della concentrazione consiste nella evocazione di un oggetto prodotto dall’uomo,preferibilmnte esauribile in una serie minima di rappresentazioni,mediante cui sia possibile esprimere il massimo della forza pensiero: perciò l’oggetto più semplice.

Malgrado la sua elemetarità,esso è sempre difficile da realizzare,perché non connaturato con l’istitiva natura del corpo eterico.

Si consiglia di sciegliere un oggetto semplice,ma tassativamente prodotto dall’uomo,non dalle forze della natura; l’idea dell’oggetto costruito dall’uomo non è nell’oggetto,ma nella mente dell’uomo,mentre l’idea appartenente ad un ente della natura (cristallo,pianta,animale) è immanentemente dentro a questo: qui l’Idea è presente come potenza della sua forma.

Solo in una fase inoltrata dell’ascesi il discepolo potrà sperimentare quale “spirito” abiti l’oggetto inanimato costruito dall’uomo.

Nel cristallo, nella pianta e nell’animale,il discepolo si trova innanzi ad un’oggetto incarnante un pensiero che non é il suo pensiero,del quale ignora il principio e la sua causa vera.

La contemplazione degli enti della natura vivente in cui opera il pensiero universale,non fanno parte della disciplina della concentrazione,ma di un’altro tipo di esercizio che esige la percezione diretta dell’oggetto: tale esercitarsi non deve essere né l’atto iniziale del discepolo,né la chiave della sua liberazione.

Una volta scelto, l’oggetto va semplicemente evocato,non direttamente percepito, visualizzandolo all’interno dello spazio interiore,nella coscienza; percepirlo con i sensi durante l’esercizio sarebbe un errore, in quanto l’obiettivo è di sperimentare il pensiero libero da supporti sensibili.

L’obiettivo è, passando di rappresentazione in rappresentazione con un senso logico susseguente e concatenato, di ricavare da un oggetto tutto il pensiero che l’ha pensato,sino a potereliminarne il suo supporto sensibile per averne una sintesi-idea:  un quid che contenga il tutto.

Si evochi un’oggetto,(spillo,matita,bottone) ripercorrendo lo svolgimento dialettico-analitico: si faccia brevemente una piccola storia,descrivendola con precisione,individuandone la sua funzione.

Si cerchi di formulare il minimo indispensabile di rappresentazioni,dando luogo ad’immagine di sintesi o concetto globale,cercando poi di trattenerla interamente in tutte le sue fasi,dinanzi alla coscienza obiettivamente,come se essa fosse l’immagine iniziale dell’oggetto. Ciò non deve essere un rievocare l’oggetto iniziale ma un contemplare in un unico quadro l’insieme delle rappresentazioni create,quale sintesi totale,però riassunte in un’unica immagine.

(ad es.: concentrazione su uno spillo:

nestrazione da parte dell’uomo della pietra minerale;

nfusione con il fuoco;

nconfezionamento meccanico;

nutilizzo pratico dello spillo.

Si sono ottenute 4 fasi o rappresentazioni chiave; pietra-uomo-fuoco-macchina.

Si può a tal punto sommare una sull’altra le 4 immagini,facendole trapassare l’una nell’altra,così da formare un sovrapponimento delle 4 forme o un quadro ove esse appaiono nei quattro angoli.

Non importa se l’immagine che si genera nella coscienza potrà apparire grottesca o irreale; la chiave sta nel realizzare un “qualcosa” che sia l’insieme di tutto quel pensiero che ha generato la creazione dell’ente spillo.

A tal punto,le varie rappresentazioni devono ora ricongiungersi e fondersi l’una nell’altra; deve ripresentarsi quale risultato di tale fusione di forme,ciò che esse nel mondo fisico hanno generato come prodotto finale; la sintesi di tutti i pensieri che hanno reso possibile la forma ultima dell’oggetto prescelto inizialmente per la concentrazione.

Tale immagine-sintesi è lo spillo.   Nel tornare a rievocare lo spillo,esso deve comparire non come all’inizio,un chè di oggettivo,ma come un simbolo in cui si riassumono e si celano non più in immagine,ma come in un’occulta e segreta presenza di sentimento,i vari passaggi evolutivi che crearono la sua forma.

Una volta eletto,quale simbolo di sintesi delle 4 rappresentazioni,l’iniziale Spillo,ma solo dopo averlo rievocato togliendogli man mano tutti i dati sensibili(colore,peso,lunghezza, larghezza): deve rimanere davanti a noi non la percezione in immagine dello spillo,ma il sentore o il sentimento che un quid è lì davanti a noi,quale sintesi di varie rappresentazioni che lo hanno creato,senza alcuna forma o immagine.

Quanto più tempo tale immagine-sintesi priva di forma,può venir contemplata,tanto più la concentrazione diviene esperienza dello Spirito.

NellaConcentrazione su oggetti creati dall’uomo,il discepolo giunge a vedere e contemplare il proprio pensato,ciò che egli stesso ha creato nella sua mente quale demiurgo umano; l’immagine che appare è frutto della sua fantasia; ma non per questo essa non è comunque espressione di una realtà esistente nel mondo sensibile. Nella meditazione su enti della natura egli contempla unpensato più potente: quello della Natura creatrice.

Durante l’esercizio,è fondamentale non lasciarsi distrarre da alcun altro pensiero: se ciò si verifica,non si deve ricominciare dal punto in cui si è persa la concentrazione,ma bensì risalire la rappresentazione estranea che si è inserita,sino al punto in cui è illegittimamente intervenuta.

La concentrazione non deve aver nulla a che fare con processi speculativi: non è ammesso inserire giudizi personali nell’avvicendarsi delle concatenazioni rappresentative.

Il discepolo deve cominciare all’inizio, muovendo in sé i pensieri dialettici usuali,razionali,non quelli universali. Se il discepolo cominciasse all’inizio a concentrarsi su pensieri universali,non arriverebbe mai ad essi,introducendovi sempre qualcosa del rappresentare sensibile.

 

 

 

CONCENTRAZIONE PROFONDA

(M.Scaligero: Manuale pratico della meditazione)

 

L’immagine di sintesi che si ottiene alla fine della concentrazione deve starci dinanzi obiettivamente; non ha importanza quale forma rivesta,o che non abbia alcuna forma.

Non ci si deve preoccupare di dover vedere qualcosa con una determinata forma,ma bensì di vedere dinanzi a sé un quid che simboleggi la sintesi-pensiero. Tale quid può anche essere un nulla e tuttavia esserci. Esso deve apparire come una sorta di formula matematica,arida e obiettiva.

Tale quid deve venire contemplato con calma,decisione e sottile volontà,escludendo da sé qualsiasi moto di sentimento,emozione e passione.

Il divenire capaci di contemplare l’immagine-sintesi con purità silenziosa rappresenta sperimentare la liberazione dell’Io dall’anima,l’inizio della sua autonomia dal corpo astrale.

L’obiettivo è il divenir capaci di sviluppare attenzione pensante al di fuori dell’organismo dal quale ci si è sinora animicamente identificati. Occorre praticare una netta distinzione fra l’essere in noi che pensa e l’essere che in noi sente. Il secondo deve tacere.

Difatti il sentire,per sua forza,ricongiunge la coscienza con la corporeità,paralizzando le forze dell’anima.

L’esercizio di concentrazione si conclude con una pratica importantissima e fondamentale; dopo aver oggettivato il pensiero-sintesi,occorre porre il sentimento di fermezza e sicurezza generatosi,nella zona fra le sopracciglia,nel centro frontale interno; si deve poi portarlo in linea retta verso la nuca,per poi farlo discendere lungo l’asse della spina dorsale,sino all’ultima vertebra.

E’ il sentimento che deve discendere,quale forza liberatoria dell’Io,non l’oggetto della concentrazione: quest’ultimo è servito soltanto per la generazione di tale sentimento.

 

 

ESERCIZIO DI POTENZA DI DISTRAZIONE

(M.Scaligero: Manuale pratico della meditazione)

 

E’ la facoltà di sottrarsi a un pensiero o ad uno stato d’animo invadente.

Tale facoltà si educa esercitandosi a passare di colpo da un decorso di pensieri da cui si sia particolarmente presi,a un altro per il quale non si abbia alcun interesse,sforzandosi sino al punto di lasciarsene prendere.

(Parola chiave: “lasciamo perdere”)

L’esercizio consiste nell’immergersi in un pensiero,in un ricordo o in un sentimento attraente,sino ad una fase controllabile,per poi di colpo abbandonarlo per dedicarsi ad un pensiero o un sentimento meno attraente,nel quale poi sprofondare donando sé stessi.

L’esercizio di distrazione volitiva libera momentaneamente l’anima da Ahrimane e Lucifero.

Esso rappresenta la catarsi delle forze che si producono mediante la concentrazione.

E’ utile anche immaginarsi una situazione che abbia prodotto un forte stato d’animo, vietandosi il sentimento corrispondente; contrapponendo uno stato di assoluta imperturbabilità.

 

Allo stesso modo è bene anche esercitasi a considerare situazioni e stati d’animo sperimentati da altri,come se fossero nostri,e i propri come se riguardassero altri.

 

Esercizi esoterici

"ESERCIZI DI CONCENTRAZIONE E MEDITAZIONE GIORNALIERI"

Tratti da opere diverse di R.steiner

"Per ogni passo avanti conseguito nella verità occulta,devi al tempo stesso fare tre

passi avanti nel perfezionamento del tuo carattere verso il bene." (R.Steiner)

Le qualità fondamentali che la mente deve acquistare,onde conseguire la visione dei mondi sovrasensibili sono:

- La capacità di concentrarsi esclusivamente sopra un unico oggetto;

- la meditazione sui sentimenti provocati;

- Il dominio dei desideri,dei sentimenti e delle ambizioni terrene;

- l'abnegazione per le cose materiali;

- una visione della vita fondata sulla benevola fratellanza universale.

 

Occorre compiere per vari mesi la disciplina dell'educazione dell'anima,a mezzo degli esercizi pratici narrati di seguito e tramite il corretto atteggiamento di giustizia,benevolenza

e positivismo riguardo i fatti ideologici e fisici.

Non è fondamentale la qualità delle rapresentazione mentali che ci si forma; è sopratutto  essenziale la durata prolungata dell'attenzione e l'intensità dello sforzo che viene diretto sopra una  rappresentazione,onde suscitarne dei sentimenti.

E' importantissimo provare dei sentimenti provocati dalle rappresentazioni,anzi è la base

su cui poter plasmare e quindi accedere al mondo dei sentimenti: il piano Astrale.

Più il "sentire"sarà prolungato,e più se ne aumenterà l'efficacia.

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N° 1

Esercizio del Mattino: Al risveglio,lo Spirito è appena ritornato dal mondo del Desiderio; in tal modo il corpo Astrale agendo sul C.Eterico ha rienergenizzato e ricostruito il Corpo Fisico.

Tal momento è il migliore per riprendere il contatto con il suddetto mondo.

Pratica: bisogna concentrate l'attenzione,con relativa astrazione,per un minimo di cinque minuti,sulle seguenti parole del Vangelo di Giovanni:

 

"IN PRINCIPIO ERA IL VERBO,E IL VERBO ERA PRESSO DIO,E IL VERBO ERA DIO.

QUESTO ERA NEL PRINCIPIO APPRESSO A DIO.

PER MEZZO DI LUI FURONO FATTE TUTTE LE COSE:SENZA DI LUI NULLA FU FATTO  DI CIO' CHE E' STATO FATTO.

IN LUI ERA LA VITA E LA VITA ERA LA LUCE DEGLI UOMINI: E LA LUCE SPLENDE TRA LE TENEBRE,MA LE TENEBRE NON L'HANNO COMPRESA".

 

Con l'andare del tempo,si percepirà interiormente,una meravigliosa visione del principio e della Creazione dell'universo.

Dopo aver praticato i cinque minuti di concentrazione sul Tema,occorre lasciare cadere

l'attenzione completamente, formando di conseguenza, il "vuoto mentale".

Bisogna pensare a nulla,semplicemente aspettare che qualcosa appaia nel vuoto.

Solo con il tempo e l'esercizio,appariranno delle visioni e scene del mondo del desiderio,le

quali riempiranno lo spazio rimasto vuoto,e che un giorno potranno essere investigate.

Tramite tale pratica rigorosamente giornaliera,avviene la purificazione dell'Aura,la quale cominciando a risplendere,attirerà l'attenzione di un "Maestro",vivente sul piano terreno o

su piano ultraterreno,il quale si prenderà così,cura tramite qualcuno,dell'ulteriore progresso.

Occorre tassativamente ricordare che che tutto ciò che accade durante la meditazione

da ritenersi Sacro e lo si deve tenere gelosamente serbato in sè.

 

"Non plasmare con le parole ciò che appartiene al mondo del Silenzio,perchè mai

riuscirai ad esprimere ciò che non hai ascoltato,ma che solo hai provato."

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N°2

Sera:esercizio di "Retrospezione"; dopo essersi coricati,si deve rilassare il corpo.

Pratica:

Occorre richiamare alla mente tutti i fatti della giornata in ordine inverso,cominciando dagli

eventi serali,poi a quelli pomeridiani,sino a quelli del mattino; ciò deve venire rappresentato

come la visione di un "quadro".

Ogni fatto,e in special modo i più significativi,devono venire da noi giudicati,ma in modo esterno,come se le nostre gesta e parole ci apparissero svolte da un'altra persona.

Come se noi stessimo assistendo a scene che non ci appartengono, se vogliamo giudicarle in modo impersonale,obiettivo e giusto,non dobbiamo permettere che possano essere presenti interferenze provocate da inquinamenti determinati dalla nostra personalità e dal nostro carattere,i quali "accecherebbero" le nostre opinioni di giudizio.

"Nell'analisi dei vari eventi verificatisi nella giornata,si deve in special modo interpretarli e giudicarli avendo particolare riguardo l'aspetto morale,considerando se agimmo male o bene nelle parole e nei gesti e di conseguenza,pensare se potevamo agire o parlare in modo miglio-

re di ciò che è stato fatto. "

In tal modo,a mente calma e distaccata,riusciremo a essere maggiormente imparziali,ma

sopratutto praticando così una sorta di "confessione"o "pentimento" riflessivo,purificheremo l'Aura e l'Anima,allo stesso modo di ciò che avviene nei piani espiativi del Purgatorio, egua-gliando e anticipando il lavoro che dovremo compiere in futuro in tali sfere o mondi.

Inoltre i nostri peccati,con tale opera di discernimento e pentimento verrano così ad essere cancellati,con conseguente attenuazione di effetti Karmici; oltre che a diminuire il peso del

fardello dei peccati,ciò ci avvierà al conseguimento della giusta condizione di purezza necessaria per ascendere ai gradini della Conoscenza dei mondi sovrasensibili.

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N° 3

Meditazione sul simbolo "RosaCroce"

Pratica:

Rappresentiamoci un seme,il quale messo nel terreno inizia a generare radici; da esso spunta poi un piccolo fusto che verso l'alto,fuoriesce poi dal terreno.

Il piccolo fusto s'innalza,si ingrandisce e vi si formano dei rami,dai quali,successivamente, spuntano prima le gemme,poi le foglie,i fiori e poi i frutti.

Affianco all'albero,raffiguriamoci ora,sul terreno,un embione umano; da piccola cellula si

trasforma pian piano in feto,poi in neonato,sino a divenire,da tenero bambino a uomo.

L'uomo ha facoltà e possibilità più perfette di quelle della pianta; egli può muoversi a secon-da dei suoi sentimenti e della sua volontà,mentre la pianta e invece vincolata al suolo.

Ma tali poteri dell'uomo lo trascinano a molte aberrazioni,la pianta invece seguendo le sole pure leggi della crescenza,schiude i suoi fiori al sole,senza mai degenerare o causare il

male a sè o agli altri.

L'uomo è egoista,mira al soddisfacimento dei suoi piaceri,mentre la pianta segue la sola realizzazione del disegno della Natura,egli può apparire superiore alla pianta,ma tale supe-riorità ed indipendenza se le è guadagnate solo caricandosi di impurità.

Immaginiamo ora il fluire del succo verde,la linfa,all'interno dell'intera pianta,espressione delle leggi della vita di crescenza,che scorrono pure e prive di passione; rappresentiamoci poi il

sangue rosso che scorre nelle arterie dell'uomo,quale veicolo di trasporto degli istinti,dei de-

sideri e delle passioni.

La linfa verde rappresenta la Vita pura,pulita,immune da passioni,il sangue è invece espres-

sione di desideri,istinti e ambizioni egoistiche.

Mentalmente,cerchiamo di vedere affiancati,la pianta e l'uomo,e tramite l'anima sforziamoci di percepire interiormente la netta differenza fra i due: l'una,verde,è pura,piena di sola vita;

l'altro e rosso,colmo si superbia e ambizione.

Dissolviamo ora tale rappresentazione,per visualizzare interiormente la forma di una bella

rosa rossa; occorre dirsi:

"Nel petali rossi della rosa vedo il colore del verde succo della pianta trasformato in rosso;

la rosa rossa segue,come la foglia verde,le leggi pure,scevre di passioni,della crescenza.

Il rosso della rosa esprimono ora a me,il simbolo di un sangue nel quale si esprimono gli

istinti e le passioni purificate,che hanno modificato i loro elementi inferiori e ora,nella loro purezza eguagliano le stesse forze che sono attive nella rosa rossa."

Innanzi a tale simbolo bisogna soffermarsi,sforzandosi di provare dei sentimenti,di non rima-

nere impassibili; ci si deve sentire invasi o da un sentimento di beatitudine,oppure da un'emo-zione intensa.

Bisogna poi,dissolvere tale simbolo,ed evocare nella mente la figura di una Croce nera;

essa  deve rappresentare il simbolo degli elementi inferiori e passionali distrutti.

Ove le braccia della croce s'incrociano,bisogna raffigurarsi sette rose rosse raggianti, dispo-ste a forma di cerchio,rappresentanti il simbolo del sangue che esprime le passioni e gli istin-

ti purificati.

Più a lungo si riesce a permanere nella contemplazione di questo ultimo simbolo,tanto più efficace sarà il risultato ottenuto.

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N°4

 

Meditazione sul "Sentimento di Gioia"

 

Pratica:

Dopo essersi rilassati,occorre pensare ad un evento passato o immaginario,il quale ci ha

fatto provare un'emozione di gioia.

Occorre ricercare quei fatti che abbiano in sè una natura altruistica,ossia un'azione che appare essere stata generata per bontà di cuore non per il proprio interesse,ma per l'interes-

se di un proprio simile.

Se si cerca di far vivere questa gioia per lungo tempo nell'anima,in modo continuo ed energi-co,si risvegliano le facoltà animiche.

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N°5

Meditazione sul "Seme"

Pratica:

Ci si ponga dinanzi un piccolo seme di una pianta.

Si tratta,dinanzi a questo oggetto apparentemente insignificante,di sviluppare con grande intensità giusti pensieri e sentimenti.

Dapprima occorre,dopo essersi astratti e rilassati,cogliere tutti i particolari che ci si presenta esso sul piano fisico: la forma,il colore,la grandezza,il peso,la consistenza.

Bisogna poi,fare la seguente riflessione:

"Da questo granellino,se seminato in terra,sorgerà una pianta; se avessi innanzi  a me un imitazione artificiale di questo granellino,niente potrebbe da esso far nascere qualcosa.

Nel Seme riposa nascostamente ciò che più tardi crescerà in esso; nell'imitazione tale forza

non c'è; il vero seme contiene un qualcosa di invisibile che non esiste nell'imitazione.

Questo invisibile si trasformerà più tardi in pianta visibile che mi apparirà con forma e colore.

L'invisibile diverrà visibile."

Dopo molti tentativi,si sentirà interiormente una forza; essa provocherà in noi una nuova

facoltà di visione: il seme ci apparirà come avvolto da una nube luminosa.

Una specie di fiamma color lilla;all'orlo di essa si intenderà un contorno azzurrognolo.

Essa è l'immagine della forza spirituale presente nel seme.

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N°6

Meditazione sul "deperire della pianta"

Pratica:

Ci si metta di fronte ad una pianta in completo sviluppo.

Si deve pensare che verrà un giorno in cui la pianta morirà;essa non sarà più visibile come ora,dinnanzi a miei occhi.

Occorre riempirsi del pensiero che questa pianta,con la sua forma e i suoi colori,non esisterà più nell'avvenire.

In essa,sono però contenuti dei semi,che la salveranno dall'annientamento,la pianta non sparirà nel nulla: in lei vi è qualcosa,una forza che non posso vedere con i miei occhi.

Si percepirà,intorno alla figura,una sorta di fiamma celeste/verdastra,con contorni rosso/

giallognoli.

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N°7

A titolo di rafforzamento delle qualità del corpo eterico e della volontà è utile compiere tali esercizi,i quali oltre che a migliorare la salute del corpo,diminuiscono il Nervosismo:

 

1- occorre cercare di non avere più piccole dimenticanze; bisogna collegare delle "chiavi" o

immagini mnemoniche connesse con un'azione,qualora non la si voglia dimenticare.

Se per esempio si mette per esempio una chiave nel secondo cassetto,si penserà alle due gambe dell'uomo e ad una scatola rettangolare.

2- è utile fare esercizi per scrivere con una scrittura che non è la propria,onde perdere la meccanicità del gesto; tale fatto donerà più padronanza del pensare sull'eterico.

3- è molto importante,ripensare a fatti,a drammi,ad eventi rivedendoli e analizzandoli dalla

fine al principio, ossia in senso inverso: per esempio analizzare la vita di Gesù al contrario,

la trama di una fiaba al rovescio.

4- è importante,onde rafforzare la volontà,imporsi di cambiare delle piccoli abitudini; per esempio decidere di non usare più in futuro una parola o un termine usualmente familiare,

sostituendolo con un'altro inedito. ad es.: Accidenti! = corpo di mille balene!

5- sempre per rafforzare la volontà,è utile porsi delle piccole rinunce,come decidere ad es.

di non bere vino ad un pasto; oppure di fumare una sigaretta solo ogni ora,oppure non rimandare mai le proprie faccende quotidiane al giorno dopo,occupandosene subito; ciò rafforza il potere dell'io sul corpo astrale.

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N. 8

IL GIUSTO METODO DI OSSERVAZIONE DELLE COSE

R. Steiner

Esercizio: per comprendere cose delle quali non si conoscono i nessi interiori

Ciò che ha valore per la vera e feconda osservazione e indagine del mondo,è:

Durante l’esercizio è fondamentale il non specularvi intelettualmente sopra,l’astenersi dal giudicare,l’interferire con pareri personali.

Occorre dapprima formarsi rappresentazioni,immagini esatte dell’evento da indagare,dei fenomeni che sono avvenuti e che si sono susseguiti temporalmente;

rappresentarsi tali immagini cronologicamente l’una accanto all’altra;

farle trapassare l’una nell’altra.

Occorre generare ora una Fiducia nel fatto che essendo noi stessi connessi con la natura,i fatti effettueranno connessioni anche in noi.

Tanto più ci asteniamo dall’esplicare pensieri personali,quindi giudizi,quanto più con assoluto rilassamento ci formiamo immagini rappresentative, tanto più gli intimi pensieri del mondo operano e si connetteranno con noi,e senza che noi lo sappiamo consapevolmente,si improntano nel nostro corpo astrale. Ci "ispireranno"occultamente,svelandoci l’intima e nascosta natura delle cose.

In tal modo noi ci congiungiamo con il divenire del mondo; bisogna che le cose agiscano su di noi accogliendole in modo neutrale: saranno loro a parlare in noi,non noi per loro.

Il restare in contemplazione non è un alcunchè di passivo,ma bensì un "tacere" nel quale ci si dispone ad ascoltare nel silenzio la "Voce  delle cose".

Da  “entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura” pag.11) R. Steiner

Esercizi per arrivare a per percepire il mondo vitale o essenzialità eterica; 4 differenti esperienze di percezione della legge morale cosmica entro il sensibile: la religiosità nell’universo

La seguente tecnica, che può essere anche definita percepire puro, la si può applicare alle più svariate impressioni sensoriali: ci si deve abituare ad eliminare l’impressione sensoriale, (visiva, uditiva, tattile,intellettiva, emozionale, ecc.) conservandosi desti di fronte al mondo, in special modo portando tutta la propria attenzione verso l’impressione che compare nell’anima in conseguenza ad una data percezione.

Così facendo si stimola ad operare in noi qualcosa di più profondo dei nostri occhi, orecchi, del nostro cervello o sentimento.

Concentrazione sul cielo azzurro: la devozione

I seguenti esercizi sono sperimentabili da chiunque ne crei in sè stesso le premesse.

Si deve volgere lo sguardo, innalzandolo dalla terra verso le vastità del cosmo, abbandonandosi alla contemplazione dell’azzurro del cielo, osservandolo in tutte le direzioni. Si scelga un giorno in cui non vi è nessuna nuvola, e il cielo sia chiarissimo. Ciò che conta è l’abbandonarsi molto lungamente e intensamente all’impressione suscitataci dal cielo azzurro, cercando di immedesimarsi in esso, dimenticando tutti i propri ricordi, i propri stati d’animo: cercare di afferrare e di serbare nell’anima, il contenuto afferrabile a mezzo della sensazione promanante dall’impressione “cielo azzurro”.

Si arriverebbe ad un punto in cui si sperimenterebbe un’impressione oggettiva, esperibile da qualsiasi essere umano,un’esperienza di devozione. L’anima si sentirebbe ricolmo di infinita devozione.

In una concentrazione del genere, il blu cesserebbe di essere blu ad un dato momento e al posto del colore blu apparirebbe interiormente un immenso sentimento di devozione, di religiosità, grande rispetto per ordine perfetto (morale) del mondo. L’azzurro si muta in un’impressione di un quid di morale che avvolge il mondo con la sua saggezza e protezione.

Contemplazione dei vegetali

Si cerchi di rivolgere l’attenzione in primavera o in estate a tutto il verdeggiare, al crescere incessante delle piante: concentriamoci sull’impressione suscitataci dalla contemplazione del verde generale germogliante.

Quando il verde cesserà quale impressione dei sensi, comparirà al suo posto un singolare sentimento: si avverte la natura della forza che si esprime nel pensare umano. La stessa forza che crea immagini, rappresentazioni, pensieri, è della stessa natura di quella che fa crescere le piante. L’essenza contenuta nel verde vegetale è affine all’essenza della forza pensante nell’uomo.

Ne scaturisce un’altra impressione morale.

 

Meditazione sulla neve: la comprensione della materia nell’universo

Facendo scomparire il bianco della neve compare la sensazione della legge morale universale che permea la materia.

Concentrazione sul bicordo di tonica e della sua ottava

Cercando di cancellare i due suoni simultanei, eliminando qualsiasi altra impressione, verrà suscitato un sentimento morale simile a quando, si riesce con la ragione a dominare il desiderio. Si tratta dell’accordarsi fra pensiero e brama, fra desiderio e ragione. Fra i due si realizza un compromesso.

La sovracitata tecnica conduce al sollevamento del primo velo che vi è dietro il sensibile: il mondo elementare o eterico, con le sue entità.

 

Da entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura (3° conf) R. Steiner

 

Esempio dei due bicchieri: esercizio

Rappresentarsi un bicchiere pieno a metà. Riempendone un’altro, anzichè svuotarsi si deve vedere il primo anzichè svuotarsi, riempirsi ancora di più.

La controimmagine spirituale di questa rappresentazione è: compiendo azioni amorevoli non ci si impoverisce, non ci si svuota, ma al contrario si accumula qualcosa, si diventa più ricchi. Si riversa in un’altra persona qualcosa che riempie ache noi stessi.

Coltivare questo tipo di rappresentazioni che contraddicono le leggi fisiche, sono utili allo sviluppo occulto.

Si comincerà ad avvertire che in noi vive un qualcosa di spirituale, qualcosa che è molto più alto di ciò che indichiamo come “noi” (l’angelo custode).

Tramite la meditazione di rappresentazioni come la precedente o quelle in cui consideriamo figure geometriche, arriviamo a sperimentare l’azione che un essere angelico esplica su noi stessi. Sono le entità che reggono o guidano il singolo essere umano.

 

Si può arrivare a sperimentare l’essere angelico che ci guida, solo liberandosi dal proprio egoismo, dai notri interessi personali e abbandonandosi a rappresentazioni simboliche come la precedente.

 

I gradini dell'Iniziazione.

Alcune  pratiche  servono  a  condurre  l’anima  dell’uomo  a comunicare coscientemente col mondo spirituale. I  tentativi  impazienti però  senza  serietà  e  perseveranza,  non conducono certamente a niente. I tre gradini che la disciplina spirituale ci indica, sono i seguenti:

§  la preparazione

§  l’illuminazione

§  l’iniziazione

Non  è  assolutamente  necessario  che  questi  tre  gradini  si susseguano così come indicato, in modo che per iniziare il secondo si debba avere già completamente percorso il primo, e per il terzo, il secondo. Sotto  certi  riguardi, infatti  si  può  partecipare  all’illuminazione  e perfino all’iniziazione, mentre per altri ci si può ancora trovare nello stadio della preparazione.

LA PREPARAZIONE

La preparazione consiste in un’educazione ben determinata della vita del sentimento e di quella del pensiero. Per mezzo di questa educazione il corpo dell’anima e quello  dello  spirito,  vengono  dotati  di  strumenti  sensori  superiori  e  di organi superiori di attività. Occorre  cominciare  col  dirigere  l’attenzione  dell’anima  su determinati processi del mondo che ci circonda, e cioè, da un canto, sulla vita germogliante, crescente e fiorente, e dall’altro su tutti i fenomeni connessi con l’appassire, lo sfiorire e il morire.

Ovunque  l’uomo  rivolga  lo  sguardo,  questi  processi  gli  si palesano simultaneamente e dappertutto, destando in lui naturalmente dei sentimenti e dei pensieri. Ovunque l’uomo percepisca un determinato genere di crescita  e  di  rigoglio,  deve  eliminare  dall’anima  tutto  il  resto  e  abbandonarsi per breve tempo soltanto a quella unica impressione.

Allora constaterà che un determinato sentimento si farà strada e assumerà forma forte ed energica, in quel mentre l’uomo dovrà astrarsi dal resto del mondo esteriore e seguire soltanto ciò che la sua anima gli comunica, in ordine a quella crescita e a quel rigoglio.

Se il discepolo raggiunge la calma interiore e si abbandona a ciò che sorge nell’anima, allora, dopo un dato tempo, sperimenterà quanto segue: vedrà sorgere nella propria interiorità nuovi generi  di  sentimenti  e  di  pensieri,  che  prima  non  conosceva,  e  quanto più spesso dirigerà in tal modo la sua attenzione alternativamente sopra ciò che è in via di crescita, di fioritura, di prosperità, e poi su ciò che è in via di appassire, di decadere, tanto più questi sentimenti diventeranno vivaci.

E dai sentimenti e dai pensieri che nascono in tal modo si vengono a costituire gli organi della chiaroveggenza. Una  forma  ben  determinata  di  sentimenti  si  connette  col crescere  e  col  divenire  ed  un’altra  parimenti  determinata  con l’appassire  e  il  decadere.

 

È possibile dare una descrizione approssimativamente giusta di questi sentimenti. Sul  processo del divenire, dello svilupparsi, del fiorire, sorgerà alcunché di lontanamente somigliante all’impressione che desta in noi lo spuntar del  sole;  e  il  processo  dell’appassire,  del  decadere,  desterà  invece un’esperienza che si può paragonare, allo stesso modo, al lento alzarsi della luna sull’orizzonte. Questi due sentimenti sono due forze, le quali, se coltivate giustamente, ed elaborate in modo sempre più vivo, possono condurre a risultati spirituali importanti.

 

Piccolo Guardiano della Soglia

Fra le esperienze più importanti che accompagnano l’ascesa ai mondi superiori, ci sono gli incontri con il “piccolo guardiano della soglia” e in seguito con il “grande guardiano della soglia“. Il discepolo incontra il piccolo guardiano, quando i fili che uniscono volontà, pensiero e sentimento, incominciano a disciogliersi nei corpi più sottili – il corpo astrale e il corpo eterico – mentre incontra il «grande guardiano della soglia», quando lo scioglimento dei legami si estende fin dentro alle parti fisiche del corpo, cioè, sopratutto, al cervello.

Il «piccolo guardiano della soglia» è un essere indipendente che non esiste per l’uomo, fino a quando questi non abbia raggiunto un adeguato gradino di evoluzione. Soltanto per mezzo di questo incontro il discepolo si accorge, che pensare, sentire e volere si sono in lui disciolti dalla loro ingenita unione.

Al discepolo si presenta un essere dalla sembianza orribile e spettrale, ed egli per farvi fronte, ha bisogno di tutta la presenza di spirito e di tutta quella fede nella sicurezza della via della conoscenza, che ha acquisito durante il corso del suo discepolato nell’occultismo.

Si cercherà ora di descrivere, in forma narrativa, l’incontro ipotetico del discepolo con questo «guardiano della soglia».

Il «guardiano» rivela il proprio significato con le seguenti parole:

“Fino ad ora ti dominavano potenze che ti erano invisibili, le quali operavano in modo che durante il corso delle tue vite passate, ogni tua opera buona avesse la sua ricompensa e ogni tua cattiva azione avesse tristi conseguenze.”

“Per virtù della loro influenza e col frutto delle esperienze della tua vita e dei tuoi pensieri, il tuo carattere si è formato; queste potenze furono le cause del tuo destino.”

“Esse, dominandoti con la legge universale del karma, determinarono la misura di gioia e di dolore che ti veniva assegnata in ognuna delle tue incarnazioni, a seconda della tua condotta nelle incarnazioni precedenti.”

“Queste potenze, abbandoneranno adesso una parte della loro direzione, quindi parte del lavoro che esse facevano per te, dovrai ormai compierlo da solo.”

“Nel tuo carattere hai molti lati belli, molte brutte macchie, ma degli uni come delle altre sei tu stesso la causa”.

“Ora però devono esserti rivelati tutti gli aspetti buoni e cattivi delle tue vite passate, essi erano fino ad ora intessuti nella tua stessa entità, erano in te e tuttavia non li potevi vedere.”

“Ora invece si liberano da te, escono dalla tua personalità, assumendo una forma indipendente che tu puoi vedere e sono io stesso, l’entità che si è formata un corpo con le tue azioni nobili e malvagie, la mia figura spettrale rappresenta tutto ciò.”

“Da ora in poi il tuo destino è solamente nelle tue mani”.

“Io devo diventare un’entità perfetta e splendida, se mi voglio salvare dalla distruzione, ma se quest’ultima mi dovesse cogliere, dovrei trascinare con me anche te in un mondo oscuro.”

“Occorre ormai che la tua propria saggezza diventi tanto grande, da essere in grado di assumersi il compito che prima svolgevano per te le potenze che ti dominavano.”

“Quando tu avrai varcato la mia soglia, io, come figura visibile, non mi staccherò più per un solo istante dal tuo fianco e se da ora in poi opererai o penserai cose cattive,vedrai subito questa tua colpa riflettersi in un contorcimento orribile e demoniaco della mia figura.”

“Soltanto quando ti sarai purificato in modo che ti sia impossibile commettere altri peccati, allora soltanto il mio essere si trasformerà in bellezza risplendente e potrò unirmi di nuovo con te in un unico essere.”

“La mia soglia però è costruita di tutti quei sentimenti di paura che sono ancora in te, del tuo timore della forza che ti occorre per assumere la completa responsabilità delle tue azioni e dei tuoi pensieri, quindi finché ti manca questo coraggio di prendere da te la direzione della tua sorte, la costruzione di questa soglia non è completa.”

“Non tentare dunque di varcarla, prima di esserti completamente liberato dalla paura”.

“Fino ad ora uscivo dalla tua personalità soltanto quando la morte ti richiamava dal corso di una vita terrena; ma anche allora la mia figura rimaneva per te velata.”

“Potevano vedermi soltanto le potenze del destino che ti dirigevano e a seconda del mio aspetto, nelle pause intermedie fra la morte e una nuova nascita, potevano elaborare in te forza e capacità per il bene della tua evoluzione e definire la tua prossima incarnazione.”

“Quando tu morivi, io rimanevo, e solo trasformandomi attraverso sempre nuove vite e portandomi in questo modo inconsapevolmente a perfezione, tu ti liberavi man mano dalle potenze della morte e quando ti unirai completamente a me, passerai all’immortalità.”

“Quando avrai varcato la mia soglia, penetrerai coscientemente nei regni in cui prima penetravi soltanto dopo la morte fisica e da quel momento in poi, mentre ti aggirerai esteriormente visibile sulla terra, ti aggirerai contemporaneamente nel regno della morte, che in realtà è il regno della vita eterna”.

“lo sono realmente anche l’angelo della morte, ma sono al tempo stesso il portatore di una vita superiore ed imperitura.”

“Pur vivendo nel tuo corpo, morirai per mezzo mio in esso, per sperimentare la rinascita nell’esistenza imperitura e in questo modo conoscerai esseri soprasensibili e godrai della beatitudine; ma la prima conoscenza che farai in questo nuovo mondo devo essere io, che sono la tua creatura e ti stò dinanzi come giudice visibile delle tue azioni avvenire e anche come tuo costante monito”.

“Tu hai potuto crearmi, ma hai assunto al tempo stesso il dovere di trasformarmi.”

Ciò che qui è stato esposto, in forma narrativa, non va inteso come qualcosa di simbolico, ma come un’esperienza della massima realtà per il discepolo. E’ evidente che il «guardiano della soglia» è una figura astrale che si manifesta alla veggenza superiore del discepolo in via di risveglio. Risveglio derivante dal cessato collegamento fra volontà, pensiero e sentimento.

A questo incontro del discepolo col proprio guardiano, conduce tutta la scienza occulta. Colui il quale, prima di essere abbastanza preparato si vedesse comparire dinanzi il proprio karma non ancora scontato, nella forma sensibile di un essere vivente, correrebbe il pericolo di smarrire la buona strada. La preparazione del discepolo deve perciò mirare a poter sopportare senza alcun timore la spaventosa visione, in modo da potere in piena coscienza incaricarsi del perfezionamento del proprio «guardiano».

Come conseguenza dell’aver felicemente superato l’incontro, col «guardiano della soglia», la prossima morte fisica del discepolo diventa un evento completamente diverso dalle sue morti precedenti. Egli ora  sperimenta coscientemente la morte, deponendo il proprio corpo fisico così come ci si spoglia di un abito usato. Questa sua morte fisica è allora, per così dire, un fatto rilevante soltanto per coloro che vivono con lui e le cui percezioni sono ancora completamente limitate al mondo sensibile. Per il discepolo però nulla si modifica d’importante nell’ambiente che lo circonda. Tutto il mondo soprasensibile in cui egli entra con la morte, stava aperto dinanzi a lui anche prima che egli morisse e continua perciò a  rimanergli aperto anche dopo la sua morte.

 

 

Scuola Esoterica San Giovanni

La scuola esoterica di SAN GIOVANNI dell'Ordine di MELCHISEDEC è un percorso iniziatico per chi riconosce in se una spiritualità e vuole tramite il Vangelo esoterico di Giovanni e l'Apocalisse percorrere un cammino iniziatico ai misteri dell'origine svolgere un cammino esoterico per arrivare, tramite un lavoro interiore, a perfezionarsi esotericamente. Inoltre, per i Figli della Luce, saranno svolte ritualità antiche, tecniche della concentrazione e meditazioni mirate.Ogni giusta meditazione che tende allo sviluppo della conoscenza immaginativa produce un effetto sugli organi di percezione interiore. Bisogna abbandonarsi al pensiero libero dai sensi diventando coscienti di un'essenza che fluisce nella nostra vita interiore.

L'insegnamento della Scuola esoterica avra' il compito di preparare per sviluppare i sensi spirituali, illuminare per accendere la vita spirituale e dare corpo alla INIZIAZIONE per relazionarci con le entita' superiori dello spirito.

Per essere Figli della Luce scarica il modello di iscrizione ed invialo alla Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'attività è svolta attualmente nella Regione Sicilia Oriente di Agrigento Valle del Verdura tra RIBERA e SCIACCA.

RIGENERATORI DEL 12 GENNAIO 1848

Storicamente in Europa il Rito Orientale di Memphis si origina dall’iniziazione ai misteri egizi di Napoleone Bonaparte, del suo generaleJean Baptiste Kléber e di molti Ufficiali del suo esercito, iniziazione avvenuta nel 1798 presso la Piramide di Cheope, trasmessa da un anziano saggio egiziano.

Ritornati in patria gli Ufficiali dell’esercito napoleonico, l'egiziano Samuel Honis (membro di una Loggia del Cairo) e Gabriel Mathieu Marconis de Négre, assieme ad Alessandro Dumas padre, al Marchese de Laroque, a Hypolite Labrunie, a J. Petit ed altri, il 30 aprile del 1815 fondarono l’Officina “I Discepoli di Memphis”, Loggia Madre di quel contesto che di lì a poco si chiamerà Rito Orientale di Memphis.In Italia fu soprattutto a Palermo e a Catania che il Rito Orientale di Memphis prese forza e vigore per opera del baroneNicola Giuseppe Spedalieri (1812-1898) che in giovane età dimorò spesso a Marsiglia per curare gli interessi della famiglia, giacché la madre era francese e lì aveva delle proprietà. In Sicilia questo Rito si radicò così tanto che Giuseppe Garibaldi, già iniziato in massoneria nel 1844 presso la Loggia indipendente “Asilo de la Virtud” di Montevideo (Uraguay) e ricevuto Apprendista nella Loggia francese “Les Amis de la Patrie” l’8 agosto dello stesso anno, dopo lo sbarco per l’Impresa dei Mille, si fece iniziare a Palermo, assieme a Nino Bixio ed altri garibaldini, presso la Loggia “I Rigeneratori del 12 gennaio 1848” del Rito Orientale di Memphis, nella sede Massonica di Palazzo “Conte Federico”.

La titolazione della Loggia “I Rigeneratori” fece riferimento alla data d’inizio della sommossa di Palermo, la prima dei moti rivoluzionari del ’48 che infiammarono l’Italia, da Nord a Sud.

Il sogno di emancipazione del popolo e di uno stato liberale federale accomunò attivamente eroici e valorosi Fratelli come Carlo Cattaneo con le cinque giornate di Milano, Aurelio Saffi con la Repubblica Romana, Carlo Pisacane con lo sbarco di Sapri.

A Palermo Rosolino PiloGiuseppe La MasaFrancesco CrispiGiacinto CariniFrancesco BentivegnaSalvatore Spinuzza, i fratelli Francesco Rosario BagnascoPietro Tondù, assieme a molti altri Fratelli della Loggia “I Rigeneratori”, furono gli organizzatori dei moti siciliani del ’48.

Sei giorni prima la data del 12 gennaio, un manifesto annunciò lo scoppio della rivoluzione con quest’appello:

Siciliani! Il tempo delle preghiere inutilmente passò. Inutili le proteste, le suppliche, le pacifiche dimostrazioni. Ferdinando II tutto ha disprezzato; e noi, popolo libero, ridotto nelle catene e nella miseria, tarderemo ancora a riconquistare i nostri legittimi diritti? All'armi, figli di Sicilia, allarmi ! La forza di tutti è onnipossente: l'unione dei popoli è la caduta dei re. Il giorno 12 gennaio, all'alba, comincerà l'epoca gloriosa dell'universale rigenerazione.

…. Unione, ordine, subordinazione ai capi, rispetto a tutte le proprietà; il furto sia dichiarato tradimento della Patria e, come tale, punito. Chi mancherà di mezzi ne sarà provveduto. Con questi principi il Cielo asseconderà la giustissima impresa. Siciliani, allarmi !.

I moti si diffusero velocemente in tutta la Sicilia e Ferdinando II fu costretto a cedere ai rivoltosi, proponendo l’amnistia per i reati politici e la concessione di una Costituzione.

Il 25 marzo 1848 si riattivò il Parlamento di Sicilia ed il 10 giugno fu proclamata la nuova Costituzione del Regno di Sicilia che si richiamava a quella del 1812 abolita dai Borbone.

La speranza dei Siciliani durò pochi mesi. L’esercito borbonico, riorganizzato e al comando di Carlo Filangieri, già nel settembre del ’48 assediò Messina riconquistandola. Il 26 aprile del 1849 la flotta navale borbonica si presentò davanti a Palermo ingiungendo la resa e il 14 maggio Carlo Filangieri, via terra, prese possesso della città.

I principali ideatori della rivolta del 12 gennaio ’48 lasciarono l’isola mantendo vivo lo spirito che li aveva animati, tanto che, 11 anni dopo, alcuni dei nostri Fratelli si ritrovarono a preparare il terreno per la spedizione dei Mille che ebbe il felice risultato che conosciamo.

Unificato il Regno d’Italia, nel dicembre del 1861, il Generale Garibaldi si contrappose a Filippo Cordova in seno alla prima Assemblea Costituente per l’elezione della carica di Gran Maestro del Grande Oriente Italiano di Torino, ricevendo solo 13 voti contro i 15 di Cordova. Approfittando dello smacco, il 17 marzo 1862 sei rappresentanti del Grande Oriente Scozzese di Palermo, tra i qualiFrancesco Crispi e Saverio Friscia, raggiunsero Garibaldi a Torino per conferirgli tutti i gradi dal 4° al 33° e gli offrirono la carica di Gran Maestro e Sovrano Gran Commendatore, stilando il seguente verbale:[1]

 

“Noi qui sottoscritti SS:.GG:.II:.GG:. del 33° ed Ult. G:. Francesco Crispi, Giuseppe Insenga, Saverio Friscia, Rosario Bagnasco e GG:.SS:. EE:.CC:.KK:. del 30° gr. Giovanni Brasetti e Salvatore Cappello, tutti sei nelle qualità di Commissari straordinari per mandato del Sup:.Cons:. nel giorno undecimo del primo mese del'anno di V:.L:. 5862 ci siamo presentati al Generale Giuseppe Garibaldi M:. a cui abbiamo conferito tutti i G:.Mas:. dal 4° al 33° gr. presentandogli la nomina di Pres:. del Sup:.Cons:.G:.O:. d'ltalia sedente in Palermo, col titolo di P.mo Sov:.Gr:.Com:.Gr:.Mae:.

Del presente pezzo di Arch:. se ne sono formulate numero sette modelli da rilasciare uno per ognuno dei signatari ed uno da rimanere negli Archivi del surriferito S:.C:.G:.O:.d'ltalia sedente in Palermo. Oggi il Diciassettesimo giorno del primo mese dell'anno di V:.L:. Cinquemila, ottocento sessantadue nella Valle di Torino.”

 

Dopo che il Generale Garibaldi accettò la carica offertagli dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese di Palermo, fu nominato anche Gran Ierofante Onorario del Rito di Memphis, nel 1881 da lui dichiarato a Napoli unificato al Rito di Misraïm con un prematuro atto d’imperio emanato l’anno prima della sua morte.

E’ da notare, infatti, che il Rito Orientale di Memphis di Palermo non accettò l’atto decisionista garibaldino di unificare i due Riti. A Palermo rimase costante l’attività del Rito di Memphis non unificato, rafforzato da una Patente Costitutiva rilasciata nel 1876 dal Gran Ierofante del Rito Orientale di Memphis d’Egitto, Fr. Soluttore Avventore Zola, come riconoscimento ai Fratelli di Palermo della loro antica fede memphitica.

Così i Fratelli Gaetano La Loggia (1808-1889, Senatore del Regno e Ministro del Governo Provvisorio), futuro Gran Maestro del Supremo Consiglio del G.O. d’Italia sedente a Palermo, Giuseppe Colosi, futuro Gran Segretario, e Pietro Tondù di Carini, futuro Gran Tesoriere, furono i titolari di una Bolla di Fondazione senza data fissa, riconoscendo loro il potere di “fondare, quando e dove lo crederete, officine in tutti i gradi (dell’Ordine Memphitico, n.d.r.). Tanto privilegio per tutto il Regno d’Italia è accordato solo alla Valle di Palermo”.

Gli stessi Fratelli La LoggiaColosi e Tondù furono anche membri del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato sedente a Palermo.

La doppia appartenenza al Rito Orientale di Memphis e al Rito Scozzese Antico e Accettato, testimonianza dei rapporti di amicizia e di collaborazione, si è ripetuta negli anni a venire, almeno fino agli inizi del 1900, con quasi tutti i membri del Sovrano Santuario di Palermo.

Nel 1882, deceduto Giuseppe Garibaldi, la massima autorità internazionale del Rito Orientale di Memphis ritornò in Egitto e, dopo la morte del Gran Ierofante Soluttore Avventore Zola, che conferì l’importante riconoscimento ai Fratelli di Palermo, l’italiano Ferdinando Francesco degli Oddi gli successe nel 1883 alla guida dei Riti unificati, rigettando e smentendo così le pretese successorie di Giovanbattista Pessina, maestro di scherma di Garibaldi che cercò di sopperire alle sue mancanze esoteriche con il tentativo di rettificare a suo modo i due Riti.

L’Oriente di Palermo fu un centro iniziatico tenuto in grande considerazione, tanto che uomini celebri di ogni parte d’Italia chiesero l’iniziazione al Rito Orientale di Memphis.

A titolo puramente esemplificativo, si citano alcuni nomi d’illustri Fratelli che scelsero di essere ricevuti nella storica Loggia Madre “I Rigeneratori” di Palermo:

  • Abate Domenico Angherà, iniziato nel 1848, in seguito fondatore della R:.L:. “Sebezia” all’Or:. di Napoli e organizzatore di Logge in Calabria;
  • Giuseppe GaribaldiNino Bixio e tutto lo Stato Maggiore delle truppe garibaldine, come già detto, iniziati nel maggio 1860;
  • Gaetano La Loggia, in seguito Senatore del Regno d’Italia e Ministro del Governo Provvisorio, nonché Gran Maestro del Supremo Consiglio del Grande Oriente d’Italia sedente a Palermo;
  • Eduardo Frosini (Dottor Hermes), nominato Membro Onorario nel 1888, successivamente fondatore del Rito Filosofico Italiano;
  • Arturo Reghini (Pietro Negri), iniziato nel 1902, illustre matematico e capostipite della Scuola Pitagorica alla quale fu introdotto dal Fr:Amedeo Rocco Armentano (Ermete Cosentino - A.R.A.);
  • Marco Egidio Allegri, nominato in data 23/11/1923 Patriarca Gran Conservatore del Rito Orientale di Memphis, poi fondatore del Rito di Misraim e Memphis - Gran Santuario Adriatico;
  • Reginald Gambier Mac Bean, Console inglese e ultimo Gran Ierofante del Sovrano Santuario del Rito Orientale di Memphis di Palermo, che sospese i suoi Lavori nel 1926 per le insorte avverse condizioni politiche.

Fino al ventennio fascista, Palermo continuò a essere sede del Sovrano Santuario del Rito Orientale di Memphis per l’Italia che, dopo la morte del G:.M:. Gaetano La Loggia, fu presieduto dal Pot.mo Fr:. Salvatore Sottile, deceduto il 26 marzo1900, a cui successe nella carica il Pot.mo Fr:. Salvatore Martorana, eletto dal Sovrano Santuario il 4 aprile 1900.

A quell’epoca il Sovrano Santuario di Palermo continuò a intrattenere reciproci rapporti di amicizia e di riconoscimento con i Sovrani Santuari Internazionali di Egitto, Gran Bretagna, Irlanda, India, Africa Occidentale, Nuova Zelanda, Francia, Spagna, Romania, Belgio, Stati Uniti d’America, ed altri ancora.

Il 21 novembre 1901 il Sovrano Santuario d’Italia sedente a Palermo insediò nella carica di Gran Maestro del Rito Orientale di Memphis il Pot.mo Fr:. Paolo Figlia, cofondatore anche del Supremo Consiglio del R.S.A.A..

A Paolo Figlia successe il Fr:. B. Trigona e, alla fine del ventennio del 1900, successe nella carica di Gran Maestro e Gran Ierofante il Ser.mo Fr:Reginald Gambier Mac Bean, Console Inglese a Palermo, che in data 23 novembre 1923 nominò Patriarca Grande Conservatore ad vitam del Rito Orientale di Memphis il Fr:. Marco Egidio Allegri di Venezia, il quale aggiunse dopo qualche anno un’analoga qualifica iniziatica per il Rito di Misraïm, divenendo così nel 1945 il padre fondatore del Gran Santuario Adriatico dell’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis.

Nel 1902, e per l’esattezza il giorno 11 novembre, l’inglese John Yarker venne insediato nella carica di Gran Ierofante e, dopo la sua morte avvenuta il 20/03/1913, come suo successore venne riconosciuto Gerard Encausse (Papus) che fino ad allora aveva presieduto il Gran Consiglio Generale dei Riti di Memphis e Misraïm istituito in Francia il 24/06/1908.

Dal francese Papus discende la filiazione diretta e autentica del R.A.P.M.M., queste sono le successioni:

1916 - Charles Detré;

1919 - Jean Bricaud;

1934 - Costant Chevillon, ucciso da una squadra di nazisti il 26/03/1944;

1944 - Charles Henri Dupont;

1960 - Robert Ambelain;

1984 - Gérard Kloppel;

1998 - Cheickna Sylla.

Ritengo indispensabile fare notare la differenza nella denominazione dei Riti unificati Antico e Primitivo Rito di Misraïm e Memphis (A.P.R.M.M.), discendenza Bedarride-Filalete Abraham-Allegri, diversa da Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraïm (R.A.P.M.M.) che identifica la discendenza Papus-Teder-Bricaud-Chevillon-Dupont-Ambelain-Kloppel-Sylla. Differenza apparentemente minima agli occhi dei non addetti ai lavori che difficilmente riescono a distinguere le due filiazioni, ma di rilevante e sostanziale importanza per chi opera dentro i Riti Egizi.

Purtroppo i passaggi storici tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo hanno portato nocumento alle antiche correnti iniziatiche italiane. Molti Maestri si posero in silenzio, altri abbracciarono cause politico-sociali, altri ancora scelsero la via dell’esilio, lasciando così tanti discepoli orfani.

Mi riferisco a Amedeo Rocco Armentano (Ermete Cosentino - A.R.A.), emigrato in Brasile dove finì i suoi giorni terreni, a Leone Caetani (Ottaviano), emigrato in Canada, ad Arturo Reghini (Pietro Negri), esiliatosi a Budrio, a Ciro Formisano (Giuliano Kremmerz), ritiratosi a Beausoleil, ... e così via.

Umanamente è comprensibile la loro decisione di abbandono dell’attività esoterica, sarà stata anche dolorosa per loro, ma gli esiti nefasti di quel loro abbandono li stiamo ancora pagando: dalla proliferazione di fantasiose, false e inquinanti linee di discendenza, alla perdita d’interi archivi, veri e propri tesori di conoscenza.

Fortunatamente in territorio francese, come abbiamo visto, hanno saputo fare meglio dei nostri connazionali Padri, conservando e tramandando integra l’Arca Venerata d’italica origine.

Cosicché, il 18 marzo del 2009, tramite tre noti Grandi Ierofanti Internazionali e altri Patriarchi Grandi Conservatori di diretta, legittima e regolare Filiazione Papus-Teder-Bricaud-Chevillon-Dupont-Ambelain-Kloppel-Sylla, è stato ricostituito e ritualmente istallato il Sovrano Santuario Tradizionale d’Italia, rientrando in terra natia l’autentica Aurea Tradizione del Rito Orientale di Memphis di Palermo, del Rito di Misraïm di Napoli, e del Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraïm, inclusi i 4 gradi degli Arcana Arcanorum. Grazie al rientro di quest’altissimo Deposito Iniziatico, conservato oggi sul nostro territorio nazionale esclusivamente dal Sovrano Santuario Tradizionale d’Italia, l’Eggregore della Sovrana e Indipendente Loggia Madre “I Rigeneratori” è risorto come la mitica Fenice che è rappresentata nel suo sigillo.

 

Valle dell’Oreto, Or:. di Palermo, 14/05/2011 e:.v:.

Alimentazione e Iniziazione.

L’alimentazione carnea

Si sperimenta di portare con sè qualcosa di più pesante quando ci si alimenta con carne: il nutrirsi di animali produce nell’uomo qualcosa che per il suo corpo fisico diventa un peso.

La carne sviluppa maggiore animalità nell’uomo, accendendo maggiormente la vita volitiva istintiva: gli affetti e le passioni si generano con maggiore intensità e frequenza. La carne stimola l’agressività e la passionalità.

Con il progresso esoterico, si produce una specie di naturale disgusto nel nutrirsi di carne.

Rifiutando di cibarsi di carne, si perdono istinti, passioni e aggressività.

La carne incatena l’uomo alla terra: lo priva di quelle forze che sarebbero capaci di liberarlo dalla terra: di conseguenza tende a unirsi sempre più con la terrestrità.

La carne condanna l’uomo a configurare la terra come sua dimora durevole: essa spinge a rinunciare al cielo, ad assorbire l’uomo entro la sfera terrena.

Il latte

Esso prepara l’uomo a divenire una creatura umana terrestre, unendolo alle condizioni della terra, senza però incatenarlo; lo fa cittadino della terra senza togliergli l’anelito e l’ambizione di potersi sentire cittadino dell’intero sistema solare. Il latte fa sentire l’uomo come un essere di passaggio sulla terra, che la utilizza solo come mezzo per la sua evoluzione.

Il vegetarianesimo

L’alimentazione vegetale, attiva nell’uomo date forze eteriche che lo portano ad una specie di collegamento cosmico, ad una partecipazione con l’intero sistema planetario.

Nel vegetale si assume qualcosa di solare, un cibo che è dato dal sole: come se si mangiassero raggi solari. Entrano nel corpo quelle stesse forze solari che poco prima lavoravano sulle piante. L’alimentazione vegetale svincola dalla terra, rende più leggeri.

I latticini e i vegetali

Chi faccia un cammino esoterico non è bene che si nutra solo di vegetali, perchè in tal modo tenderebbe solo al cielo: è bene, se non vuole essere un fanatico vegetariano, appesantirsi assumendo anche il latte e i suoi derivati.

Il latte controbilancia il troppo sovraccarico che darebbe la carne, rispetto la leggerezza celeste dei vegetali.

Le proteine e i grassi

Le proteine vengono edificate le forze cosmiche degli Spiriti della forma; i grassi vengono prodotti dagli Spiriti del movimento.

Si sperimentano in sè stessi le proteine come un qualcosa che ci dà statura, che ci compenetra interiormente; i grassi appaiono invece come qualcosa che ci dona una certa flemma, calma.

Gli zuccheri

Fornisce interiore saldezza, sostenendo interiormente; eleva il carattere di personalità egoica dell’uomo. Non lo fa diventare un egoista, ma gli dona consapevolezza di possedere un io che lo deve mantenere distaccato dal tutto.

Lo zucchero solleva il singolo uomo dal carattere impersonale dato dallo Spirito di popolo, conferendo un impronta di maggiore carattere personale, nelle sue azioni e nei suoi pensieri.

Il caffè

Il caffè solleva il corpo eterico dal corpo fisico, differenziando un po' l’uno rispetto all’altro.

Di conseguenza a ciò viene favorita la coerenza logica, il pensare coerente e logico, aderente e conforme ai fatti. Ottenendo una migliore concatenazione logica fra frase e frase, fra pensiero e pensiero si può ottenere una maggiore facilità nel tendere verso il pensare esatto, logico.

Il caffè aiuta l’iniziando a mantenere in sè un pensiero chiaro e lucido.

Il tè

A differenza del caffè, il tè tende a far divenire più dispersivi e volubili i pensieri, a renderli meno idonei ad aderire ai fatti. Il tè stimola la fantasia, e di conseguenza la ciarlataneria.

La cioccolata

Essa invece promuove il convenzionalismo, l’ipocrisia.

(Di certo vi e' differenza fra il nutrirsi di carne di mammiferi e di carne di ovipari. E non solo fra esseri di terra e d'acqua, ma anche fra ad es. vitelli e polli. E la differenza sta nello stato di coscienza che essi hanno. Il mammifero una una maggiore coscienza di s, di quanto ne abbia il pesce, l'uccello oppure il serpente. Nei regni animali piu' si discende nella scala evolutiva, piu' la coscienza di abbassa, diventa piu' sognante. Sino a giungere agli insetti, dove semprerebbe che essi non hanno neppure piu' sensazioni personali. Solo dolore o piacere: dannosita' o utilita'. Quindi cio' che si immette nello stomaco ci lega maggiormente o minormente alla terra. Piu' un animale e' evoluto e piu' ci legheremo alla terra. Perche' esso ne ha piu' percezione, e' come piu' collegato ad essa. Esseri inferiori, non la "registrano" quasi neppure, vivono in modo "automatico", mossi dalle forze extraterrestri. Il problema e' infatti questo: le entita' dei mammiferi vivono intorno alla terra, sono entro la terra. Le entita' degli ovipari sono fuori dalla terra. Quindi mangiando un mammifero immettiamo in noi maggiore terrestrita'. Il pesce e' piu' incosciente e quindi meno terrestre)